Diritti delle minoranze al vaglio delle Nazioni Unite
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La Slovenia ha raggiunto importanti traguardi nella tutela delle minoranze, ma gli ulteriori passi avanti devono essere ancora più significativi. Sono stati instaurati importanti meccanismi e un impianto legislativo validi, ma in alcuni comparti bisogna ancora perfezionare l’attuazione delle norme. Con queste constatazioni, presentate alla conferenza stampa di Lubiana, si è concluso il soggiorno in Slovenia del rappresentante speciale delle Nazioni Unite per le questioni delle minoranze, Fernand de Varennes. Il diplomatico canadese ha incontrato giovedì pomeriggio anche gli esponenti della CAN costiera, rappresentata dal segretario, Andrea Bartole e dalla vicepresidente della CAN costiera, Linda Rotter. Nel corso di un lungo colloquio, all’alto ospite sono state illustrate le norme di legge che regolano l’uso della lingua italiana nella pubblica amministrazione e nelle scuole. In particolare ci si è soffermati sulla qualità dell’italiano usato negli uffici pubblici e, quindi, sulla possibilità degli appartenenti alla Comunità nazionale italiana di usufruire dei servizi richiesti nella propria madrelingua . Parte del colloquio è stato incentrato sull’uso della lingua italiana in tutto il territorio nazionalmente misto, anche per quanto riguarda le conoscenze in materia dei cittadini della maggioranza e le possibilità effettive di comunicare in italiano anche al di fuori dei servizi pubblici. Da magistrato, il signor De Varennes ha chiesto particolari sul funzionamento dei procedimenti giudiziari e dei tribunali in generale nei rapporti con gli appartenenti alla CNI. I dati raccolti serviranno all’esponente delle Nazioni Unite per stilare il suo resoconto finale. Sarà redatto in autunno, dopo eventuali nuove consultazioni con la Comunità nazionale italiana, per essere sottoposto, alla fine, all’attenzione dell’Assemblea generale dell’ONU. Fernand de Varennes non ha voluto rilasciare dichiarazioni a Capodistria. Alla stampa ha rivolto soltanto alcune brevi frasi di cortesia, rilevando di essere già stato in Slovenia e si è riservato di tracciare un bilancio della sua missione soltanto al termine dei colloqui con vari soggetti, rappresentanti le minoranze sul territorio sloveno.